I vigili vincono la causa il Comune dovrà pagare (articolo Messaggero Veneto)

Cervignano, la Cassazione dà ragione al Corpo su contratto e retribuzione. Ora l’ente potrebbe dover versare 15-20 mila euro a ciascun lavoratore

di Elisa Michellut

CERVIGNANO. Vittoria in Cassazione del sindacato autonomo per il corretto inquadramento della polizia locale. Il Comune di Cervignano potrebbe dover pagare la differenza retributiva, circa 15-20 mila euro, per ogni lavoratore anziano che ha fatto causa.

«Ci sono voluti 11 anni e una lunga battaglia legale sempre supportata dal Sindacato autonomo di polizia locale (Sapol, ndr) aderente alla Cisal Fvg – spiega il segretario regionale, Beppino Fabris - per ottenere il corretto inquadramento contrattuale degli operatori di polizia locale, in applicazione dell’articolo 30 del contratto collettivo regionale di lavoro del primo agosto 2002. La Cassazione ha dato ragione ai lavoratori, confermando la pronuncia della Corte d’appello di Trieste. È stato riconosciuto il diritto dei lavoratori “anziani”, in servizio al 31 dicembre 1997, ad essere inquadrati nella posizione economica 3 (grado di maresciallo) e non 1 (grado di agente)».

Il sindacato ringrazia i legali che hanno seguito la vertenza, in particolare l’avvocato Adriana Battistutta, che ha difeso i lavoratori di Cervignano.

«Cervignano – argomenta Fabris - è stato l’unico ente, su 218 comuni e quattro province, a portare avanti la causa fino al terzo grado di giudizio. La causa è proseguita, nonostante varie sentenze dei Tribunali avessero dato ragione ai lavoratori. Quanto all’ulteriore problema del mantenimento delle progressioni economiche maturate, la questione è stata definita da tempo, ma non per Cervignano. In questo caso, infatti, c’è una seconda causa in piedi per le progressioni economiche maturate dal 2002 ad oggi».

Il sindacato precisa: «La chiusura della vertenza, se da un lato viene accolta favorevolmente in quanto riconosce ai lavoratori ciò che fin dall'inizio avrebbero dovuto avere, dall'altro ci costringe a denunciare l'enorme spreco di denaro pubblico che ben si sarebbe potuto evitare se i Comuni avessero ascoltato le ragioni del sindacato. L’Anci aveva invitato i Comuni ad adottare le decisioni amministrative più opportune relativamente alla chiusura delle vertenze. Molti Comuni hanno preferito ascoltare i suggerimenti della delegazione che rappresentava i datori di lavoro e che ha suggerito loro di resistere. Non conciliando, i Comuni hanno dovuto pagare le differenze retributive, maggiorate di interessi, spendendo fino a 15-20 mila euro per lavoratore, oltre alle spese legali, proprie e di controparte. Con la conciliazione si potevano raggiungere buone transazioni. Alcuni enti, che hanno chiuso le vertenze senza andare in giudizio, hanno speso in media 5-6 mila euro a lavoratore. La causa, in tutta la regione, ha interessato qualche centinaio di lavoratori, con una spesa complessiva che si può presumere sia arrivata a 2 milioni di euro. Perché deve sempre rimetterci il cittadino»?

04 marzo 2014
 
 
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